Fai in modo che le tue email vengano lette

emailmarketingCredo che tutti (ma proprio tutti!) abbiamo avuto a che fare con una email almeno una volta nella nostra vita. Chi la usa per iscriversi a qualche sito internet, chi per scrivere ad un parente o un amico lontano, chi per organizzare un viaggio, chi per usufruire di qualche fantasmagorica offerta e chi (molti) per lavoro.

Personalmente ho usato la email per tutti questi motivi e negli anni soprattutto per lavoro, vivendo un rapporto di odio e amore. Infatti se da una parte adoro la possibilità di comunicare con colleghi, partner e clienti scrivendo qualche semplice riga senza doverli chiamare uno per uno, dall’altra trovo frustrante vedere come una campagna di email marketing non porti i frutti sperati.

Ma dov’è l’errore? Cosa non ha funzionato? Vediamoli insieme.

1 – Non abbiamo un buon fornitore

La scelta dell’email provider è molto importante, perché alcuni per guadagnare qualche euro in più danno il servizio anche ad aziende spammer e, come è naturale, a nessuno piace ricevere spam, tant’è che alcuni gestori (come ad esempio Gmail) bloccano le email che arrivano da determinati IP.

Ricordate i provider più affidabili sono quelli che vogliono sapere tutto sulla nostra mailing list.

2 – La nostra email non è autorizzata

Se non vogliamo essere visti come spammer, con la conseguenza che le nostre email finiranno direttamente nella casella di posta indesiderata, è sempre meglio chiedere il permesso, a chi vogliamo contattare, di essere inserito nella nostra mailing list (il cosiddetto opt-in).

Quindi non basta essere in contatto con una persona tramite social network per inserirla nella nostra newsletter. Dobbiamo sempre chiedere il permesso!

3 – La nostra email non è personalizzata

Qualsiasi cosa porti un risultato non è gratis! E non parlo solo in termini di denaro, ma anche di tempo, di studio, di fantasia.

Dobbiamo creare delle email personalizzate per ogni nostro singolo cliente, migliorarle nel tempo, non accontentarci mai, solo così la nostra strategia di email marketing avrà successo.

Possiamo iniziare con qualcosa di semplice, ad esempio aggiungendo il nome del destinatario.

4 – La nostra email non è responsive

Ormai la maggior parte delle email viene letta tramite smartphone o tablet, e questa percentuale è destinata a salire sempre di più, quindi è necessario creale già da ora responsive, e cioè che siano leggibili a prescindere dalla tecnologia con cui vengono visualizzate.

5 – La nostra email non è segmentata

Non tutti i clienti sono uguali, quindi è necessario targettizzare a seconda dei nostri obiettivi:

  • area geografica, popolazione, clima,…
  • età, sesso, reddito, occupazione, titolo di studio, livello di istruzione, numero di componenti in famiglia, religione,…
  • classe sociale, stile di vita, personalità
  • vantaggi ricercati (qualità, prezzo…), atteggiamento (positivo, negativo…), consapevolezza (informato, disinformato…), fedeltà alla marca,…
6 – Non abbiamo pensato ad un giusto default preheader

Prima di aprire una email abitualmente si guarda chi la manda, poi l’oggetto della email e alla fine il pre-header, cioè il testo subito dopo l’oggetto, che solitamente viene preso dalla prime righe all’interno della email (questo è il caso di Gmail).

preheader-gmail

E’ una presentazione della nostra email a cui, giustamente o non giustamente, tutti danno peso. Spesso è volentieri sono queste prime parole a decretare se l’email verrà aperta o meno.

Consigli per un buon pre-header:

  • Includere il nome del destinatario
  • Usare una data di scadenza per dare senso di urgenza
  • Il numero di codice di un coupon
  • Breve descrizione dell’email
  • Usare una call to action
7 – La nostra email non ha un bel design

Si sa che anche l’occhio vuole la sua parte!

Tre opzioni:

  • Il nostro budget ce lo permette? Bene, chiediamo aiuto ad un grafico
  • Usiamo i template che alcuni provider offrono (ma devono valerne la pena)
  • La più semplice, ma spesso anche la più gradita da che legge, lasciamo che lo sfondo bianco sia il nostro template. Scriviamo in modo leggibile, lasciando piccoli spazi dopo ogni frase
8 – Manca una Call to Action

Qualsiasi sia il nostro obiettivo, è lì che dobbiamo spingere il destinatario della nostra email. E quale modo migliore se non con una Call to Action. Quando si è a caccia di conversioni è fondamentale e necessario spingere chi sta leggendo a compiere una determinata azione.

Un bel bottoncino visibile che ti induca a cliccarci sopra!

9 – Non usiamo un linguaggio familiare

A chi ci stiamo rivolgendo? Che linguaggio usano? Stiamo usando lo stesso linguaggio?

Se la risposta all’ultima domande è “No”, allora stiamo sbagliando tutto! Molto semplice.

10 – La nostra email non è analizzata

Ad ogni invio dobbiamo fare un report:

  • Che tipo di contenuto viene più aperto?
  • Che tipo di titolo viene più aperto?
  • Dove vengono aperte le tue email?

Questi sono alcuni esempi di quello che dobbiamo chiederci. Solo così riusciremo a capire i gusti della nostra audience e a migliorare le nostre email.

11 – La nostra email non è testata

Scegliamo qui provider che ci forniscono la possibilità di eseguire semplici A/B Test con i quali potremo trovare quale versione è più performante.

L’A/B Test è tra le pratiche più utilizzate per aumentare la conversione, iniziamo con il testare l’oggetto dell’email, poi le call to action.

L’email marketing è ancora una leva importante della nostra digital strategy ed in quanto tale non va trascurato nessun minimo dettaglio. Seguiamo questi pratici consigli e non falliremo!

Fonte: http://mktfactory.com/blog/ecco-perche-nessuno-apre-le-tue-email/

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