Scampagnata AdWords!

google-adwords-logo-verticalIn questo ultimo mese, per motivi di lavoro, sto studiando il funzionamento di Google AdWords, detto volgarmente “come fare pubblicità su Google”.

Semplificando il concetto (ma semplificandolo molto!), si tratta di un servizio in cui si comprano delle parole chiave (keywords) di Google, in modo tale che quando la gente farà una ricerca, usando queste parole, il nostro annuncio apparirà nella SERP e porterà traffico (ovviamente se cliccato) al nostro sito. Poiché il servizio è fornito da Google, gli Analytics ci diranno esattamente quanto traffico stiamo ottenendo e quanto il nostro annuncia è efficace.

Google ci addebiterà questo servizio solo quando un utente farà clic sul nostro link (si parla in questo caso di pay-per-click PPC) oppure quando il nostro annuncio sarà visualizzato 1000 volte (si parla in questo caso di pay-per-impression, CPM).

Ho trovato una bella presentazione che può aiutarci a muovere i primi passi su Google AdWords.

1 – Registrarsi ad AdWords:
  • Bisogna registrarsi con un account Google
  • Confermare Paese, Fuso Orario e Valuta. Facciamo attenzione a questo passaggio perché non è possibile modificare questi dati
  • Cliccare su “Creare nuova campagna
2 – Creare una Campagna:
  • Dare un nome alla campagna
  • Selezionare il tipo di campagna. Possiamo scegliere quella che preferiamo ma lo stesso Google ci consiglia la Search e la Display per raggiungere il maggior numero di clienti
  • Scegliere tra Google Search Network o Google Display Network (o entrambi)
  • Scegliere i dispositivi (per chi è alle prime armi è consigliato scegliere “Tutti i dispositivi”)
  • Scegliere la location
  • Stabilire il budget. Si può decidere manualmente il costo per click oppure lasciare che sia Google AdWords ha stabilire la nostra offerta, massimizzando il budget che abbiamo messo a disposizione
  • Usare le estensioni in questo modo potremmo far apparire nel nostro annuncio alcune info aggiuntive (indirizzo, telefono, sitoweb, etc…)
  • Salvare il tutto
3 – Creare un Ad Group:
  • Dare un nome al gruppo
  • Preparare l’annuncio pubblicitario:
  1. Titolo
  2. Prima descrizione
  3. Seconda descrizione
  4. Display URL (quella che sarà visibile sull’annuncio)
  5. URL di destinazione (dove sarà indirizzato il cliente che cliccherà sulla Display URL)
  • Keyword (parole chiave), devono essere inserite in una tabella, una parola per riga. Alcuni consigli per le parole chiave:
  1. Iniziare con 15/20 parole
  2. Essere specifici
  3. Di default il sistema AdWords cerca di raggiungere più traffico possibile
  4. Imparare sempre di più su come scegliere le parole giuste
4 – Remarketing:

Ci permetterà di far vedere il nostro annuncio pubblicitario a tutte quelle persone che sono transitate per il nostro sitoweb. Chi ha visitato la nostra pagina dei prodotti potrebbe in futuro voler comprare qualcosa da noi, così come chi ha visitato la pagina con i prezzi, o ancora chi ha inserito qualche prodotto nel carrello ma poi non ha completato l’acquisto. Grazie al remarketing potremmo raggiungere queste persone con degli annunci mirati.

Ecco qui la presentazione fatta da Nancy Bain per Supernova Media:

Il processo dello scrittore

yuiuuigyitScrivere contenuti per il nostro blog o i nostri social a volte è un’esperienza divertente e che ci viene in maniera naturale, altre volte può diventare umiliante e demotivante. A volte non c’è da fissare la pagina bianca, altre volte invece si possono trascorrere ore di lavoro su un paio di parole. Scrivere è un processo e quando lo facciamo dobbiamo considerare questi 6 punti:

1 – Leggere:

La lettura pone le basi per la creazione di contenuti. Trovandoci a scrivere spesso su una vasta gamma di argomenti è buona abitudine leggere, ci aiuterà a sviluppare nuove competenze.

2 – Ascoltare:

Dobbiamo ascoltare i nostri colleghi, ci aiuteranno non solo sui loro campi di competenza ma anche in generale. Dobbiamo capire che persone diverse hanno diverse abilità e non dobbiamo mai perdere l’occasione di espandere il nostro bagaglio di conoscenza.

3 – Registrare:

Capita che a volte ci viene una brillante idea per un articolo o per un progetto e pensiamo che ce ne ricorderemo quando inizieremo a lavorarci su, ma sappiamo che non sarà così! Quindi dobbiamo ricordarci sempre di registrarcela o scriverla appena abbiamo l’illuminazione!

4 – Scrivere:

C’è chi preferisce scrivere tutto di getto, e chi invece preferisce prendersi delle pause tra un pensiero e l’altro. Non è importante qual è il nostro modo di scrivere, l’importante è fare quello che sentiamo di fare. Dobbiamo evitare le distrazione, resistere alle tentazione del telefono e dei social media!

5 – Persistere:

Potrà capitarci di non essere nel mood di scrivere e non avere l’ispirazione, l’importante è pensare che capita a tutti ed andare avanti.

6 – Mercato:

Dobbiamo scrivere di quello che sappiamo per un pubblico che conosce l’argomento, solo così avremmo un numero sempre crescente di lettori che verranno a cercare i nostri articoli per leggerli (che poi non è altro che quello che si chiama inbound marketing).

5009852c12f040766d8403263b2370c6Fonte: http://www.visualistan.com/

Hello, l’app che identifica le chiamate

imagesQuante volte capita di ricevere telefonate da numeri che non abbiamo in rubrica? Immagino tante! E di solito la scena è sempre la stessa:

  1. Fronte corrugata “Questo numero mi dice qualcosa…338 27…mi sa che è quello lì…coso…dai come si chiama?!”
  2. Faccia scocciata “O forse è la solita rottura o magari qualche call center, col cavolo che rispondo!”
  3. Faccia preoccupata “E se invece è per lavoro?!”
  4. Espressione menefreghista “Vabbè non me la rischio tanto se è importante richiamano e nel caso rispondo dopo!”

Bene, Andrea Vaccari, trentenne italiano, ha dato a Zuckerberg l’idea (http://newsroom.fb.com/news/2015/04/introducing-hello/), che forse potrebbe aver risolto questo problema, con il lancio di una nuova App che consente di identificare il numero di chi chiama, bloccare quelli indesiderati, cercare i numeri di luoghi pubblici.

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L’applicazione si chiama Hello ed ha 3 funzionalità:

  1. Mostrare informazioni su chi ci sta chiamando, anche se non è presente nella nostra rubrica telefonica. Saranno visualizzate solo le informazioni che già sono condivise su Facebook dall’utente.
  2. Bloccare le telefonate non desiderate.
  3. Cercare numeri di persone, e soprattutto di luoghi. Una funzione, quest’ultima, che si intreccia bene con l’impegno di Facebook a diventare un punto di riferimento anche per la ricerca di luoghi di interesse (Place TIps).

Al momento Hello è disponibile soltanto per per Android e in tre mercati (Usa, Nigeria e Brasile).

Voi la usereste?

APP pensaci tu!

ggvvgggvAndiamo sempre di corsa? Il tempo si sta esaurendo? Nell’infografica che vi propongo oggi ci sono 20 applicazioni che ci possono aiutare ad organizzare il nostro lavoro!

1 – App che ci aiutano ad organizzare la posta:

Dispach: Aiuta a svuotare la casella di posta in modo rapido.

The Swizzle: Consente di annullare l’iscrizione a e-mail e newsletter attraverso la scansione della casella di posta.

2- App che ci aiutano a concentrarci:

You Mail: Un vero e proprio assistente per le nostre email, con funzionalità tra cui: la risposta in base al testo, l’invio automatico, servizi di trascrizione e una funzione intelligente in grado di bloccare o reindirizzare le chiamate.

Focus@Will: Musica in streaming che ha lo scopo di aumentare la nostra concentrazione e ci aiuterà a “stare sul pezzo”.

3 – App che ci aiutano ad organizzare le nostre attività:

Any.do: Ci costringe a guardare la nostra lista di cose da fare all’inizio di ogni giorno, facendoci decidere le attività da completare, delegare o rimandare.

ZenDay: Una interfaccia utente 3D ci aiuta a visualizzare i compiti della giornata. Le attività vengono aggiunte ogni volta che c’è tempo a disposizione sul calendario, e una volta completate, vengono rimosse per dare spazio ad altri lavori.

Sociidot: Ci consente di concentrarci su compiti importanti, aiutando a creare una “storia” per ogni obiettivo, che poi popola con le cose da fare.

EasilyDo: Anticipa le attività quotidiane e si offre di eseguirle per noi. Questa applicazione tiene traccia di compleanni, meteo, carte d’imbarco, etc…

Keep: Consente di annotare brevi note e liste di cose da fare, ed è ottimizzata per Google.

Clear: Consente di creare semplici ed efficaci liste di cose da fare.

Evernote: Ci permette di scrivere note e accedere da qualsiasi dispositivo su cui è installato l’app

4 – Collaboration Apps:

Flow: Ci auita a gestire i compiti separando i diversi team e progetti.

Time Trade Mobile: Gestisce e conferma automaticamente le vendite e gli incontri tramite e-mail, sito web e social media.

Zamurai: Una lavagna che ci permette di scrivere e condividere idee e discussioni in tempo reale, ed è accessibile da qualsiasi dispositivo

Google Now: Estrae i dati e li lega alle attività in corso, sulla base della loro utilità. Ad esempio ci aggiorna sulle condizione del traffico e del meteo se stiamo andando all’aeroporto.

Talkboard: Una lavagna che ci permette di lavorare in tempo reale insieme al nostro team.

5 – App che ci aiutano nel controllo delle spese:

Abukai: Un’applicazione di monitoraggio delle spese che ci permette di fotografare le ricevute, e creare automaticamente una nota spese suddivisa per costo, data, fornitore e tutte le altre informazioni utili.

6 – App che ti aiutano a fare video:

Videoshop: ci permette di creare rapidamente video per il mobile, presentazioni e slide. Da la possibilità di aggiungere musica, creare video in slow motion, registrare la voce e aggiungere effetti sonori.

7 – App per smettere di procrastinare:

PapaerKarma: Fa in modo che non ci arrivi più posta indesiderata semplicemente fotografandola, PaperKarma contatterà il mittente per farli smettere disturbarci

Carrot: Ci punisce per procrastinare e ci premia per la produttività, dandoci punti per vincere dei premi.

Ecco qui l’infografica:

app-produttivita-startup-infografica

Trovate tutte le fonti nell’infografica

Fai in modo che le tue email vengano lette

emailmarketingCredo che tutti (ma proprio tutti!) abbiamo avuto a che fare con una email almeno una volta nella nostra vita. Chi la usa per iscriversi a qualche sito internet, chi per scrivere ad un parente o un amico lontano, chi per organizzare un viaggio, chi per usufruire di qualche fantasmagorica offerta e chi (molti) per lavoro.

Personalmente ho usato la email per tutti questi motivi e negli anni soprattutto per lavoro, vivendo un rapporto di odio e amore. Infatti se da una parte adoro la possibilità di comunicare con colleghi, partner e clienti scrivendo qualche semplice riga senza doverli chiamare uno per uno, dall’altra trovo frustrante vedere come una campagna di email marketing non porti i frutti sperati.

Ma dov’è l’errore? Cosa non ha funzionato? Vediamoli insieme.

1 – Non abbiamo un buon fornitore

La scelta dell’email provider è molto importante, perché alcuni per guadagnare qualche euro in più danno il servizio anche ad aziende spammer e, come è naturale, a nessuno piace ricevere spam, tant’è che alcuni gestori (come ad esempio Gmail) bloccano le email che arrivano da determinati IP.

Ricordate i provider più affidabili sono quelli che vogliono sapere tutto sulla nostra mailing list.

2 – La nostra email non è autorizzata

Se non vogliamo essere visti come spammer, con la conseguenza che le nostre email finiranno direttamente nella casella di posta indesiderata, è sempre meglio chiedere il permesso, a chi vogliamo contattare, di essere inserito nella nostra mailing list (il cosiddetto opt-in).

Quindi non basta essere in contatto con una persona tramite social network per inserirla nella nostra newsletter. Dobbiamo sempre chiedere il permesso!

3 – La nostra email non è personalizzata

Qualsiasi cosa porti un risultato non è gratis! E non parlo solo in termini di denaro, ma anche di tempo, di studio, di fantasia.

Dobbiamo creare delle email personalizzate per ogni nostro singolo cliente, migliorarle nel tempo, non accontentarci mai, solo così la nostra strategia di email marketing avrà successo.

Possiamo iniziare con qualcosa di semplice, ad esempio aggiungendo il nome del destinatario.

4 – La nostra email non è responsive

Ormai la maggior parte delle email viene letta tramite smartphone o tablet, e questa percentuale è destinata a salire sempre di più, quindi è necessario creale già da ora responsive, e cioè che siano leggibili a prescindere dalla tecnologia con cui vengono visualizzate.

5 – La nostra email non è segmentata

Non tutti i clienti sono uguali, quindi è necessario targettizzare a seconda dei nostri obiettivi:

  • area geografica, popolazione, clima,…
  • età, sesso, reddito, occupazione, titolo di studio, livello di istruzione, numero di componenti in famiglia, religione,…
  • classe sociale, stile di vita, personalità
  • vantaggi ricercati (qualità, prezzo…), atteggiamento (positivo, negativo…), consapevolezza (informato, disinformato…), fedeltà alla marca,…
6 – Non abbiamo pensato ad un giusto default preheader

Prima di aprire una email abitualmente si guarda chi la manda, poi l’oggetto della email e alla fine il pre-header, cioè il testo subito dopo l’oggetto, che solitamente viene preso dalla prime righe all’interno della email (questo è il caso di Gmail).

preheader-gmail

E’ una presentazione della nostra email a cui, giustamente o non giustamente, tutti danno peso. Spesso è volentieri sono queste prime parole a decretare se l’email verrà aperta o meno.

Consigli per un buon pre-header:

  • Includere il nome del destinatario
  • Usare una data di scadenza per dare senso di urgenza
  • Il numero di codice di un coupon
  • Breve descrizione dell’email
  • Usare una call to action
7 – La nostra email non ha un bel design

Si sa che anche l’occhio vuole la sua parte!

Tre opzioni:

  • Il nostro budget ce lo permette? Bene, chiediamo aiuto ad un grafico
  • Usiamo i template che alcuni provider offrono (ma devono valerne la pena)
  • La più semplice, ma spesso anche la più gradita da che legge, lasciamo che lo sfondo bianco sia il nostro template. Scriviamo in modo leggibile, lasciando piccoli spazi dopo ogni frase
8 – Manca una Call to Action

Qualsiasi sia il nostro obiettivo, è lì che dobbiamo spingere il destinatario della nostra email. E quale modo migliore se non con una Call to Action. Quando si è a caccia di conversioni è fondamentale e necessario spingere chi sta leggendo a compiere una determinata azione.

Un bel bottoncino visibile che ti induca a cliccarci sopra!

9 – Non usiamo un linguaggio familiare

A chi ci stiamo rivolgendo? Che linguaggio usano? Stiamo usando lo stesso linguaggio?

Se la risposta all’ultima domande è “No”, allora stiamo sbagliando tutto! Molto semplice.

10 – La nostra email non è analizzata

Ad ogni invio dobbiamo fare un report:

  • Che tipo di contenuto viene più aperto?
  • Che tipo di titolo viene più aperto?
  • Dove vengono aperte le tue email?

Questi sono alcuni esempi di quello che dobbiamo chiederci. Solo così riusciremo a capire i gusti della nostra audience e a migliorare le nostre email.

11 – La nostra email non è testata

Scegliamo qui provider che ci forniscono la possibilità di eseguire semplici A/B Test con i quali potremo trovare quale versione è più performante.

L’A/B Test è tra le pratiche più utilizzate per aumentare la conversione, iniziamo con il testare l’oggetto dell’email, poi le call to action.

L’email marketing è ancora una leva importante della nostra digital strategy ed in quanto tale non va trascurato nessun minimo dettaglio. Seguiamo questi pratici consigli e non falliremo!

Fonte: http://mktfactory.com/blog/ecco-perche-nessuno-apre-le-tue-email/

E arrivò l’era del Social Wedding!

downloadIKEA è un’azienda molto attiva sui social network, e dopo la brillante idea di creare le IKEA Emoticons (di cui vi ho parlato in questo articolo), ha deciso di stupire tutti lanciando una nuova piattaforma, Brollop, per organizzare matrimoni online!

Date un’occhiata a questo breve video per capire di cosa sto parlando (è in svedese ma se ne capisce il senso):

Si avete visto bene! Collegandosi tramite Facebook alla piattaforma sarà possibile organizzare il proprio Online Wedding riducendo ogni tipo di spesa (e mi sa anche di emozione!).

Si potrà scegliere tra otto diverse tipologie di ricevimento, dal più tradizionalista con la classica sala bianca, alla location a tema circense, nella foresta o sulla cima di un grattacielo. Poi basterà collegarsi il giorno stabilito, ed ecco che sposi, prete o funzionario, genitori, testimoni, invitati, potranno godersi il matrimonio seduti comodi sul divano di casa, davanti al loro PC.

E’ un’idea assurda che ammazza il romanticismo e che non prenderà mai piede? Può essere un’idea simpatica per chi vuole replicare il matrimonio e farlo vivere anche a chi abita a migliaia di km di distanza dai neo sposini? Magari un’idea intelligente che darà la possibilità a chi non può economicamente permettersi un matrimonio classico di vivere comunque il giorno più bello della vita insieme ai proprio cari?

L’unica cosa certa è che IKEA si farà una bella pubblicità, non solo perché si parlerà parecchio di questa piattaforma, ma anche perché mobili, piatti, bicchieri e complementi d’arredo che si trovano nelle varie location offerte, per celebrare la cerimonia, sono prodotti dall’azienda.

Voi che ne penate? Siete pronti ad organizzare il vostro Social Wedding?

Primi passi nell’Online Advertising

45tr5Ci sono molti argomenti che ancora non ho trattato nel mio blog (scusatemi ma il mondo del web è troppo vasto!) e uno di questi è l’Online Advertising. Così mi sono fatto il mio solito giretto tra blog e siti del settore per trovare le basi da cui partire.

E’ sempre più difficile distinguersi dalla folla e raggiungere il pubblico desiderato, ecco perché l’Online Advertising è diventata una parte cruciale di qualsiasi digital strategy. Abbiamo a disposizione una vasta gamma di strumenti di promozione e pubblicità online a pagamento, per poter presentare agli utenti la migliore esperienza possibile, fornendo il contenuto giusto, al momento giusto, alla persona giusta.

Sono tre le funzioni principali dell’Online Advertising:

  1. Migliorare l’ampiezza e la profondità della distribuzione dei contenuti
  2. Sfruttare la potenza del targeting per stimolare traffico di qualità
  3. Catturare, guidare e mantenere utenti qualificati per produrre conversazioni di valore

I motivi che ci spingono a mettere in atto una campagna di Online Advertising possono essere diversi, ma indipendentemente dal nostro obiettivo finale, ci sono tre regole fondamentali da rispettare:

1 – Individuare un target specifico

Non è cosa da poco! Bisogna scegliere i criteri giusti e cercare di essere il più precisi possibile, in modo tale che la nostra ricerca (e quindi poi la promozione) arrivi in profondità fino alle giuste persone. Se riusciamo a fare bene questo stiamo alla metà dell’opera, e gli strumenti come Facebook Ads o Google AdsWord (e gli altri) ci facilitano il compito, fornendoci interfacce con diversi criteri:

  • Età (Di solito nel tipico formato “18-24, 25-36“)
  • Sesso (Utile per fare degli A/ BTest separatamente per uomini e donne)
  • Titolo di Studio  (Il nostro pubblico frequenta la scuola? Ha completato un percorso di laurea?)
  • Geografia (Possiamo targetizzare per stato, regione, provincia, città area metropolitana….)

Ovviamente ci sono molti altri criteri per approfondire il target, tra cui gli interessi (che soprattutto su Facebook vanno sfruttati!).

2- La scelta dei canali

Una volta che il target di riferimento è stato definito è necessario considerare quali possono essere i canali migliori per la nostre promozioni. I fattori principali di scelta sono:

  • Quali piattaforme hanno capacità di targettizzare, e quali hanno un pubblico adatto al nostro target profile?
  • Quali piattaforme si adattano meglio ai nostri contenuti promozionali? (Ad esempio non tutte le piattaforme vanno bene per un video)

Il consiglio è quello di prenderci qualche minuto per curiosare sulle varie piattaforme come se fossimo noi gli utenti a cui la nostra promozione è indirizzata, al fine di calarsi nell’esperienza che vogliamo che il nostro pubblico viva.

3 – Pensare fuori da noi stessi

Quando pensiamo al nostro target non dobbiamo “essere egocentrici”. Non dobbiamo cioè pensare solo in termini di ciò che si desidera che il cliente faccia, ma è fondamentale fare un passo indietro rispetto alla nostra prospettiva e pensare come un utente.

In definitiva la cosa più importante è prendersi il giusto tempo per pensare al nostro utente, per capire chi è, come si muove nel web, quali interessi ha, quali canali predilige. Dobbiamo prima di tutto diventare clienti di noi stessi! Non è assolutamente un processo facile ma se riusciamo a farlo nel migliori dei modi tutto il resto del lavoro sarà molto più facile!

Fonte: https://moz.com/blog/getting-started-with-paid-promotions

Google Plus: anatomia di un post perfetto

google-plus-imageSento spessissimo dire che Google Plus è un social network morto, inutile, che ha fallito. Per carità rispetto queste opinioni ma non le condivido. I motivi sono tanti, ma credo che il primo tra tutti sta nel fatto che se Google si è preso la briga di creare un suo social e di continuare ad investirci soldi, tempo ed idee (l’ultima delle quali è l’introduzione di Collections di cui ho parlato in questo articolo), un motivo ci sarà, e forse è il caso di non snobbare una creatura di Google, perché c’è il rischio che prima o poi ci si ritorcerà contro!

Proprio oggi ho trovato questo post molto interessante scritto da Dustin W. Stout, che ci dice che la nostra capacità di avere successo su G+ rispetto agli altri dipende dalla struttura dei post e, a tal proposito, ci da 7 pratici consigli.

Vediamoli insieme:

1 – Titolo:

Quando si scrive un post è molto importante il titolo che si da, perché è il primo assaggio che diamo al lettore (lo so che sembra scontato, ma vi assicuro che non lo è…). Utilizziamo sempre un asterisco (il simbolo *) all’inizio ed alla fine del titolo per avere l’effetto bold (il grassetto). Se vogliamo anche aggiungere un sottotitolo, allora ricordiamoci di utilizzare la sottolineatura (il simbolo _) per avere l’effetto corsivo.

2 – Riassunto:

Quando condividiamo un articolo non basta inserire il link, ma dobbiamo aggiungere qualcosa di nostro, per spiegare ai lettori quello che stiamo condividendo. Possiamo inserire un breve riassunto, qualcosa di più strutturato o anche un semplice elenco puntato, solo così invoglieremo gli altri a leggere e condividere il nostro post.

 3 – Link:

Se l’obiettivo è quello di condividere un link con i nostri lettori, non dobbiamo tenere bene a mente solo il punto 2 per invogliarli a cliccare, ma è fondamentale anche che l’URL non sia troppo lunga, quindi è meglio usare uno shortlink (come goo.gl, bit.ly o altri servizi simili)

4 – Commenti:

Lasciamo dei commenti e condividiamo i nostri pensieri. Diamo qualcosa di nostro altrimenti il post sembrerà una semplice scopiazzatura da qualcun altro.

5 – Engagement:

Spingiamo i nostri lettori a interagire con noi e lasciare un commento. Magari possiamo porre loro una domanda in modo tale da invogliarli a scriverci e aprire così una conversazione!

6 – #Hashtags:

Attenzione qui! Gli hashtag sono un bene utile e necessario ma non dobbiamo abusarne (non più di 3/4), e che siano coerenti con il nostro argomento (non inventiamoci hashtag senza senso!)

7 – Immagini:

Inutile sottolineare quanto sia importante l’immagine in termini di +1, commenti, condivisioni. A tutti piace vedere delle belle immagini, a volte anche più di leggere un bell’articolo, quindi poniamo moltissima attenzione a questo punto!

Basta seguire questi pochi consigli per far si che i nostri post su G+ (e non solo quelli ma in generale tutti i post su tutti social network) avranno sicuramente un enorme successo! In realtà aggiungerei un altro punto, forse il più importante, e cioè quello dei contenuti. Se non proponiamo ai nostri lettori contenuti di qualità e coinvolgenti, possiamo anche scrivere un post strutturato alla perfezione, ma difficilmente otterremo i risultati sperati.

In riferimento al punto 7, a proposito di immagine, ve ne lascio una molto bella e riassuntiva dell’articolo:

anatomy-of-a-perfect-google-plus-post

Cosa non deve mancare nella tua cassetta degli attrezzi

downloadOffrire contenuti di valore è diventato uno dei pilastri delle strategia di online marketing, soprattutto per le piccole realtà aziendale. Ma siamo attrezzati con gli strumenti necessari per il lavoro? Qui trovate una semplice infografica con cinque tipi di contenuto essenziali di cui non dovremmo fare mai a meno:

1 – Le liste:

Dalle news di settore, alle recensioni dei prodotti fino ai consigli, l’elenco è un formato che rende qualsiasi argomento accessibile e invitante.

2 – Il “Come fare a…

Fornire contenuti approfonditi con alto valore pratico farà capire a chi ci legge che siamo una fonte affidabile ed esperti del settore.

3 – Proporsi come opinion leader:

Concentrarsi su un tema specifico del nostro settore e svilupparlo il più possibile, in modo tale da guadagnarne la leadership ed essere percepiti come influencer.

4 – I Libri Bianchi:

Portiamo la nostra leadership ad un livello successivo, offrendo soluzioni (sotto forma di Libri Bianchi) ai principali problemi che ci vengono posti dai nostri clienti. Questa risulterà essere una valida spinta per i nostri prodotti e servizi.

5 – Le Infografiche:

Rendono i nostri contenuti (anche quelli più complessi) più attrattivi e facili da digerire. Inoltre le infografiche aumentano le condivisione sui social media.

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Fonti all’interno dell’infografica

Collections: la nuova funzionalità di G+ un po’ Pinterest un po’ blog

downloadE’ in arrivo su Google Plus una nuova funzionalità chiamata Collections.

Anche se, in questo momento, abbiamo informazioni limitate relative a Collections, da quello che si può intuire, la funzione vuole dare agli utenti la possibilità di creare delle “collezioni dei loro interessi”, ciò la rende un incrocio tra Pinterest ed una piattaforma di blogging.

In Collections, che dovrebbero essere disponibile sia per il cellulare che per il web, gli utenti possono creare raccolte di foto, link e video, o seguire le collezioni di altri utenti. L’idea è un po’ l’opposto delle cerchie. Altre persone possono seguire le nostre collezioni e si può andare a “sfogliare” collezioni in giro per il mondo.

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Come potete vedere dall’immagine qui sopra, si potranno scoprire nuove collezioni attraverso le nostre cerchie di G + o creare rapidamente la propria. Una scorciatoia per Collections sarà probabilmente inserita anche nel menu a tendina di Google+ dove attualmente troviamo i link alle foto, comunità, eventi, stream, etc.

Ricapitolando ogni utente potrà creare una sua Collection corredata di:

  • titolo
  • argomento principale

Potrà pubblicare al suo interno :

  • foto
  • video
  • pensieri personali
  • etc etc.

Il permesso di pubblicazione all’interno della Collections sarà riservato al solo possessore della medesima e gli utenti potranno :

  • seguirci
  • commentare i nostri post

E’ difficile dire quando Collections sarà disponibile per tutti, visto che per ora sembra essere solo in una sorta di versione beta privata, quindi non ci resta che rimanere in attesa di nuove info! 😉

Fonte: http://www.droid-life.com/2015/04/23/google-plus-collections-pinterest/